Borse positive dopo il dato sul Pil A Piazza Affari bene le banche

A metà seduta segna +0,30%. Nel resto d’Europa Londra +0,17%, Francoforte +0,25%

Sui mercati azionari una reazione ordinata ai conti sul Pil in Italia, migliori delle attese, e a quelli sull’inflazione nell’Eurozona. Questa mattina poco dopo l’avvio delle contrattazioni l’indice Ftse Mib di Milano era di poco negativo. A metà seduta segna +0,30%. Nel resto d’Europa Londra +0,17%, Francoforte +0,25%.

Tra i settori principali, in evidenza quello bancario (+1,25% per l’indice Ftse All Share Banks) e quello dei beni di consumo (+1,71%).

Mercoledì sera ci sarà l’attesa decisione della banca centrale americana, la Fed, sui tassi di intesse: le attese sono di un ulteriore rialzo di 75 punti base dei tassi. Ma gli investitori si aspettano anche dei segnali di un rallentamento del ritmo di questi rialzi.

Sulla base di queste aspettative la scorsa settimana le borse sono andate piuttosto bene, da Milano a New York, dove il Dow Jones si avvia a chiudere, con il +14% il mese migliore dal 1976, anche se dall’inizio dell’anno il calo è di oltre il 10%. Bene anche Milano, +9% a ottobre.

Oggi sotto osservazione le materie prime.

Le ripercussioni sul prezzo del frumento della sospensione dell’accordo sul grano sono state immediate. Ieri +7% per il future scambiato a Chicago, oggi nei primi scambi c’è una lieve discesa (-1,25%). Il prezzo sui mercati internazionali si calcola in dollari allo staio, una misura che vale poco più di 27 chilogrammi. Oggi è a 8,76 dollari.

Un anno fa, all’inizio di ottobre del 2021, il prezzo era di 7 dollari e mezzo. Dopo l’inizio della guerra era raddoppiato, a 14 dollari. Il prezzo si era mantenuto alto fino all’accordo sul grano, era poi sceso poco sotto i livelli di un anno prima. Con l’ultima accelerazione è di circa il 10% maggiore di un anno fa.

In evidenza anche il gas: da oggi cambia il future di riferimento: non più quello di novembre ma quello di dicembre. Che questa mattina è partito da un livello decisamente superiore: non più 112 euro al megawattora ma 136 euro. A metà seduta è a 128 euro (-8% rispetto al prezzo di venerdì del future di dicembre).